Ricordi di Pantelleria: una madre, una figlia e il mare intorno

Ricordi di Pantelleria: una madre, una figlia e il mare intorno

Pantelleria guarda al mare, sussurro tra me e me.
«Da dove?», mi chiedi con voce limpida e cristallina.
E io, che ho imparato a rispondere a tutte le tue domande — piccole o grandi che siano — ti dico:
«Se vuoi, mamma ti porta a fare un giro in auto. Così vedi che tutto attorno è solo mare».
Resti concentrata per un attimo, poi chiedi:
«Ma dall’auto si vedono pure i gamberetti e i granchi che scappano veloci, che non li posso afferrare?»
Rimango seria, concentrata.
«Effettivamente no. Però puoi vedere tante barche, la costa… e lì dove il mare sembra finire, forse riusciamo anche a scorgere il palloncino rosso di qualche sub».
Sembri soddisfatta.
«Mamma — mi dici — ma il sub non ha mai paura che il suo palloncino voli?»
Resto soddisfatta anch’io.
«Se sei a Pantelleria può succedere, sai? Quando il vento è fortissimo e tu ti nascondi dietro di me, attaccata al lembo del mio vestito.
Sì, è capitato che qualche palloncino sia volato… ma poi torna indietro.»
Ti vedo perplessa.
«Ma potrebbe anche perdersi, mamma, andare da un altro signore? O tutti i signori col palloncino stanno in un solo punto?»
Ti stringo e ti metto a sedere sulle mie gambe.
Lo so — e sì, che lo so — che il tempo di questi abbracci ha una scadenza vicina.
Affondo le narici tra i tuoi capelli, in quel punto tra nuca e collo, e ti dico:
«Non volevi vedere tutto il mare, con le alette bianche che si muovono e si agitano e fanno cavalloni e capriole attorno a Pantelleria?
E sotto questo cielo che tu mi dici: “mamma, mi confondo tra cosa è più blu”?
Non volevi vedere questo mare che sembra una ciambella attorno a quest’isola, e poi tornare a scuola e dire che hai visto il “mare intorno”?»
Ci pensi un attimo, poi concludi:
«Io le tue parole non le capisco sempre, mamma, ma hanno un suono che mi fa musica.
Sembrano tante risposte messe in fila.
E poi mi parli di scuola mentre sono in vacanza!
Mamma, andiamola a guardare questa ciambella coi nastrini bianchi,
altrimenti tu mi infili dentro tante risposte a domande che io non ti faccio.
E adesso smettila di annusarmi — che questo lo fanno gli innamorati.»

Il mare, poi, l’abbiamo davvero guardato.
Era lo stesso di sempre, ma quella volta sembrava più grande.
Forse perché lo guardavamo a occhi spalancati,
o magari perché, per un attimo, Pantelleria era tornata a essere la mia isola
e tu — ancora — la mia bambina.



 
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