Guida a Pantelleria: tra Dammusi, cisterne e natura selvaggia

Guida a Pantelleria: tra Dammusi, cisterne e natura selvaggia

Oggi vi lancio una riflessione.
Siamo nel 2025: la tecnologia corre, ci supera, ci anticipa.
Ingegneria, scienza e “fantascienza” viaggiano almeno dieci anni davanti a noi.

E poi c’è Pantelleria.

Un pezzo d’Occidente che corre… ma con un passo tutto suo.
Un luogo dove, ancora oggi, prima di costruire la casa si costruisce la cisterna dell’acqua piovana.
Un gesto antico, necessario, quasi sacro.

Ecco, di Pantelleria mi incuriosisce questo suo stare in una specie di “centro” nel quale albergano il vecchio e il nuovo in assenza di apparenti contrasti.
Non la si può definire “incontaminata”, ma faticosamente contaminabile lo è per certi aspetti.

Sarà il vento che la scolpisce, la sua posizione in mezzo al mare, o quella cultura ruvida e bellissima dei panteschi…
Ma Pantelleria non sembra avere fretta.
Non sgomita per stare in prima fila, non rincorre la “lucida follia” del nostro Occidente iper-veloce.

E allora mi chiedo:
e se il mondo l’avessimo pensato tutti così?
Prima la cisterna, poi la casa.

Di numero esiguo il tutto: in capienza, in abitabilità e in grandezza.

Il minimo necessario.
Perché alcune bellezze, semplicemente, non meritano di essere sprecate.

 
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