Pantelleria e il piccolo cimitero di Scauri

Pantelleria e il piccolo cimitero di Scauri

“Dormono, dormono sulla collina
dormono, dormono sulla collina.”
(Fabrizio De André, “Non al denaro né all’amore né al cielo” 1971)

Prima di tutti esiste un libro di poesie “L’antologia di Spoon River”, scritta dal poeta americano Edgar Lee Masters nel 1915.
Poesie che agli inizi esordirono come appuntamento letterario su una rivista del tempo.
Solo, in seguito, divenne una raccolta e quindi un libro.
La peculiarità, che sta nella bellezza in se e per se di questi versi, ma che trascende da quello che può essere il gusto personale, è che queste poesie (fra loro intrecciate in una narrazione unica) sono degli “epitaffi” che narrano, senza un vero e proprio riferimento al reale, la vita “immaginaria” di duecentododici personaggi.
Le storie che dipingono, come piccoli affreschi, le vite di un piccolo villaggio del Missouri sono un bellissimo “escamotage” letterario per raccontare in versi e per parlare di VITA attraverso un racconto immaginario “post mortem”.

Alcuni cimiteri hanno un loro fascino.
Che si possa dire che siano bei posti suona fastidioso e “gutturale”, ma nella mia vita ne ho visitato di storici, pacifici o addirittura armoniosi.
Tra i più belli per natura, collocazione, colori e odori vi è, secondo me, il piccolo cimitero di Scauri.

“Dormono, dormono sulla collina” recitava il De André poeta e cantautore nei suoi versi musicali e su una collina, un promontorio che sporge sul mare in un unico abbraccio tra i tre elementi che sono l’acqua, la terra e il cielo risiede questo piccolo cimitero.
Un luogo incantevole e triste al contempo, ma abbracciato dalla bellezza.
Disegnato come fosse un dipinto e scontornato da una natura che probabilmente non riesce a lenire il dolore della perdita ma il solo guardare quella rocca, incastonata tra due azzurri, quanto meno al pianto del ricordo fa sì che si mescoli quello per la commozione di avere innanzi a sé una bellezza che durerà per sempre.

Questa immagine, le parole di Edgar Lee Masters, le melodie di De André sono oggi è il “nostro” omaggio per chi non è più con noi.

 
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