Sibà, il “villaggio montano” di Pantelleria

Sibà, il “villaggio montano” di Pantelleria

Se un giorno dovessi decidere di mettermi a riposo e di lasciare che il tempo trascorra in una misura pensata per un essere umano io già avrei trovato il mio “posto”.
Si chiama Sibà e si trova a Pantelleria (questa precisazione è per i neofiti).
È un paesino (lo stesso che definire New York una cittadina) alle pendici di Montagna Grande.
In verità è quello che potremmo definire una contrada o una frazione (ma frazione di cosa?).

Anche se, a pensarci bene, è proprio “una frazione” di un mondo che ha fatto della “disappartenenza” la cifra di tutto.
Sibà, a guardarlo, nel suo minuscolo esistere è una gemma preziosa.
Se vi risiedi lo fai da uomo e non da numero.
Trecento metri sul livello del mare, un alimentari che conserva il sapore di un mondo antico e perduto, pieno di cose perfettamente inutili o di primaria necessita esposte tutte come se avessero uguale importanza.
Perché è vero, che in questo luogo che non è lontano ma sembra lontanissimo da quella che siamo usi chiamare “civiltà” tutto ha uguale importanza.
E poi un tabacchi, il contadino che vende il vino e il formaggio, quello da cui puoi andare per acquistare gli ortaggi o la signora che fa pasticciotti e biscotti.
Nessuna insegna luminosa e un buio avvolgente che ti insegna a riconoscere la curva a gomito e il sasso che precede la trazzera.

Sibà non è un luogo dimenticato dal tempo, al contrario è quella “frazione” letteraria e umana che la dimensione del tempo te la restituisce.
Lo fa in granelli.
Piccole porzioni.
È la frazione di una umanità che vive di interi e multipli e che ha dimenticato certi minuscoli insiemi.
Sibà non cede il passo al ricordo ma lo mantiene.
Si divide equamente tra mare e montagna, come non volere fare dispetto a nessuno dei due.
Direi che potrebbe essere la meta perfetta di chi ha un bisogno che molti di noi non sanno più compensare, quello che attiene alla necessità di moltiplicare se stessi per soddisfare la volontà di essere riconosciuti in un luogo nel quale ci siamo persi.

Se fosse “frazione” direi soltanto che Sibà potrebbe essere, semplicemente, la metà di tutto.  

 
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