Cinciallegra algerina e gatto pantesco

Cinciallegra algerina e gatto pantesco

Sono dentro casa e lavoro al pc, quando improvvisamente vengo distratta da una specie di pigolio.
Ora, immaginate un silenzio tale che dalle mura interne vi consente di avvertire anche il lieve suono di un uccello.
Esco sul terrazzo e lo sento distintamente, mi guardo attorno e non mi muovo troppo, è vicino e non voglio spaventarlo.
Capisco che deve essere a pochi passi da me per cui mi guardo attorno con circospezione, quando finalmente lo vedo piccolissimo uccello saltellare tra un ramo e un altro di un ibisco in fiore.
Si sente così distintamente che ne riconosco subito la natura: è una cinciallegra.
Mi fermo a scrutare quel poco che si intravede nel fitto della pianta ma lei si muove veloce, esattamente come se sapesse che qualcuno sta cercando di osservarla.

Un miagolio si aggiunge a quel canto.
Un botta e risposta continuo, sembrano due comari in una conversazione fitta volta a farsi gli affari del vicinato.
Il gatto è invisibile, almeno al mio occhio, mentre dell’uccello scorgo una punta di giallo e di grigio, intento a nascondersi dietro fiori grandi come mani e tante tante foglie.
Piccola e “chiacchierona” ha imbastito un dialogo con quell’altro che le risponde a tono.

Il gatto è stanziale ma la cinciallegra, certamente, è di passaggio.
Pantelleria (non ci crederete!) è l’unica stazione di Cinciallegre Algerine.
Chissà cosa si stanno dicendo quei due, chiacchierano amabilmente o l’uno le sta mandando a dire all’altro?
Insisto nell’ascoltarli ancora un poco.
Oggi c’è bonaccia e il vento è muto, così pure le onde di cui talvolta si sente il fragore distante.

Mi soffermo un istante ancora, poi torno dentro.
Mi ha tirato fuori di casa lei, unico suono a parte il rumore delle mie dita sulla tastiera di un pc.

Foto di Claudia Picciotto

 
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