La raccolta delle olive

La raccolta delle olive

Più o meno da metà ottobre fino al giorno dell‘Immacolata Concezione, la gente di Pantelleria non si sottrae, per nessuna ragione al mondo ad un rito che non li vede impegnati unicamente durante questo periodo dell’anno ma da molto tempo prima.

Questo è il periodo durante il quale, se l’annata ha regalato discrete piogge, e le olive sono grosse e turgide, tutti i panteschi si dedicano alla raccolta delle olive.

Ma all’albero bisogna pensare molto tempo prima, l’albero d’ulivo pantesco necessita di cure che lo facciano crescere a mo’ di cespuglio, arrotondato e ramificato verso il basso, perché’ possa raccogliere quanta più umidità possibile durante l’anno e al contempo proteggersi, grazie al fitto intrecciarsi dei rami, dai parassiti.

Il contadine, con un lavoro che dura anni, forgia l’uliveto.

Un uliveto ad altezza occhio di bambino.

Tra le cose più affascinanti dell’isola.

Nelle prime settimane di ottobre le famiglie tirano fuori ceste e contenitori dai vari magazzini e le trasportano nelle campagne.

Il terreno è aspro.

Come per i capperi così per le olive si cammina lungo i bordi di terrazzamenti definiti da muretti, cammini impervi e il passo che incespica tra il ramo e la pietra.

Ma la raccolta delle ulive, da che Pantelleria è Pantelleria, è una festa.

Quindici giorni di raccolto, e nei fine settimana il divertimento si moltiplica, uomini e donne, gente di tutte le età, ragazzi e bambini si ritrovano tutti tra i filari di alberi (che fra loro si confondono e si fondono) a raccogliere le verdi e lucide olive.

Il rito non esclude il turista di passaggio e chiunque voglia aggiungersi, anche per un solo giorno giusto per partecipare all’incanto di una tradizione secolare

Ma di lavoro e fatica si tratta, un impegno ad orari, talvolta può venir meno la poesia e resta la fatica attaccata alle mani o alla schiena per essere rimasti chini (chini su un albero di ulivo!) per troppo tempo. Quanto eccezionale è questa tradizione che ti induce, talvolta, a stenderti sotto l’albero per raccogliere le olive più basse.

Mi chiedo in quale angolo della terra possa esistere una simile olivicoltura, mi domando se da qualche parte si faccia allo stesso modo, se altrove esistano alberi di ulivo come quelli panteschi.

Mentre penso questo anche io sono china a raccogliere con attenzione una uliva dietro l’altra, già stanca dopo troppo poco tempo, mentre le altre donne al lavoro da molto prima di me procedono veloci nella loro raccolta.

Alcune si sono già allontanate, preparano il momento atteso da tutti, quello del pranzo e sarà carne, formaggio, pane, vino e birra.

Bibite dolciastre e una pasta ben condita per i più piccoli e al centro della tavola una grande ciotola ricolma di insalata pantesca condita con le olive della passata stagione.

Infine una breve siesta.

Dopodiché’ si ricomincia a lavorare.

Tanti cari saluti, cari amici.

E “baci panteschi” per tutti.

Foto di Giovanni Matta

 
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