“Oggi ci sono meduse?”

“Oggi ci sono meduse?”

A Pantelleria quest’anno è stato un classico ma è un “leitmotiv” del mare, di tutti i mari, del mare estivo principalmente, del mare da scoglio o da sabbia del mare “maroso” insomma.
Prim’ancora di stendere materassini, asciugamani o aprire confortevoli lettini ci si guarda intorno, si vede se ci sono bagnanti in acqua, si guardano i molti o pochi presenti e si pone il domandone:
“Oggi ci sono meduse?”.
Domanda alla quale, a meno che la costa non ne sia invasa, non è sempre facile dare una risposta.
Spesso si ricevono informazioni vaghe o contrastanti, del tipo: “no nessuna”, seguito da “ne ho viste due al largo ma erano molto in fondo” oppure “stamane presto qui davanti era pieno, ma poi la corrente deve averle trascinate al largo”.

E a quel punto che capisci quanto insensata sia la tua domanda.
Intanto perché se frequenti il mare di Pantelleria, probabilmente, prima di avere raggiunto lo scoglio del giorno hai fatto mezz’oretta di camminata sotto il sole e a risalire per andare altrove non ci pensi nemmeno.
In secondo luogo sembra che l’avvistamento della medusa sia un fenomeno equiparabile a quello della posizione dell’elettrone in un esperimento di fisica quantistica.
È esattamente come se ci fosse un’interferenza per cui la posizione della medusa varia a seconda dell’osservatore.

Assodata quest’ultima supercazzola bisogna decidere (e senza esitazione) che bisogna avere un ruolo attivo nella perlustrazione e ricerca delle nostre amiche gelatinose e urticanti.
Pertanto indossata la maschera e gli occhialini, il o la coraggiosa di turno dovrà immergersi nelle acque e esplorare almeno fino alle cinque miglia marine per emergere, infine, con un verdetto.

La verità è che il verdetto è quasi sempre dubbio e nel migliore dei casi viene così espletato: “Io non ne ho viste”.
Il che vuol dire tutto e niente.
Io sono tra gli “arditi”, tra quelli di “io non ne ho viste, insomma.
Perché, benché ipovedente, io mi tuffo con spregio del pericolo, pollice in su ogni trentotto secondi e per almeno venti minuti, infine il liberatorio “CLEAR!” come nei film americani.
Quando al ventunesimo minuto la baia risuona di un AHI! che sembra mi abbia attaccato uno squalo, mentre con “nonchalance” risalgo implorando pietosamente una pomata al cortisone.

Foto di Giovanni Matta

 
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