Pantelleria e la “caldazza”

Pantelleria e la “caldazza”

In questi giorni a Pantelleria c’è caldo.
Anzi non si tratta di caldo, ma di “caldazza”.
A Pantelleria soltanto?
So per certo che non è così e non mi è di nessuna consolazione.

Ma qual è la differenza tra questo luogo e l’altrove?

A Pantelleria abbiamo il mare.
Poco non è.
Certo ci devi arrivare camminando su scogli aguzzi e neri col sole prepotente che picchia come un saldatore sadico tra la fronte e l’attaccatura dei capelli.

Abbiamo la montagna e la differenza di temperatura tra le zone collinari e il bosco di Montagna Grande è mediamente di circa sei gradi.
Certo ci devi arrivare, se vai in macchina arrivi sudato e se vi cammini dentro, nonostante la frescura, dopo un poco sei un cencio sudicio e inebetito che grida di avere visto la Madonna.

Abbiamo il vento.
E se percorri un sentiero, svolti un angolo o siedi all’ombra tra un muro e un altro può darsi pure che “indovini” il corridoio di aria fresca dal quale decidi di non muoverti più.
Possono ritrovarti lì dopo molti anni.
Quando ormai hai perso l’uso della parola.

Abbiamo il lago dove riparare se il mare è mosso.
Non c’è molta ombra e soprattutto ci sono le pozze di acqua calda che, quanto meno, quando ne esci bollito per qualche secondo avverti una breve ebrezza di brezza.

Abbiamo delle alternative in queste giornate dure e lente,
Io varcata la soglia di casa comincio a gocciolare proprio come un panno steso al quale non è stata fatta alcuna centrifuga.
Questo non è un sole che asciuga.
È un sole che bagna.
Poca poesia, signori.

Ma sapete qual è la vera risorsa di questa isola?
Il Dammuso, mura spesse che separano dal caldo e che rendono vivibili stanze non provviste di aria condizionata o ventilatori.
Il Dammuso è il vero punto di forza, specie dopo una giornata trascorsa al mare.
Quando durante i tre passi che hai fatto dalla battigia al telo hai camminato sentendoti infagottato e impacciato come Aldrin durante la sua passeggiata sul suolo lunare.

Peccato che il dammuso è riconosciuto come luogo di protezione dal caldo anche da molti insetti.
Primi fra tutti i FORMICONI che arrivano di notte e prendono possesso di alcune zone della casa (cucina in primis).
Ma tutto sommato se si spruzza nelle zone di ingresso un poco di Bio Kill capiscono che devono stare lontani (non sono un’assassina!).

Un fenomeno nuovo di questa stagione sono le mosche.
Da ieri condivido casa con loro (sarebbe meglio dire il contrario).
In quanto volatili sarebbero preda solo di insetticida che non voglio usare.
Sono “mosche neonate” piccole, ancora ingenue e stordite dal caldo.
Basta battere le mani per ucciderne tre/quattro in un sol colpo, ma provata questa emozione le prime quindici volte capisci che non introdurranno questa disciplina alle prossime olimpiadi e desisti.

A cena apparecchierò per 528.
È che non ho piattini abbastanza piccoli.

 
Tags
 
 
 

I commenti sono chiusi.