Da Barcellona a Pantelleria, coltura è cultura

Da Barcellona a Pantelleria, coltura è cultura

Sarebbe bello non dover guardare il mondo a spicchi.
Eppure la prospettiva che per natura ci siamo guadagnati è questa.
Questa è una delle ragioni per cui viaggiare costituisce un addestramento per alimentare la “nostra immagine di mondo”.

A Barcellona, a fine lockdown, i giardinieri della città si sono trovati davanti ad un incremento di vecchie specie vegetali e all’arrivo di nuovi tipi di insetti che abitavano aiuole e giardini.
La calma di quei mesi aveva ridato fiducia al regno animale e vegetale che doveva aver pensato che quei luoghi, abbandonati nel tempo, potessero nuovamente tornare a essere “casa”.

I giardinieri della città, di fronte a questa selvaggia esplosione di natura, hanno pensato di fermarsi, di non sradicare quelle che potevano sembrare, a prima vista, erbacce e di chiamare esperti biologi e botanici.
Così il Comune di Barcellona, grazie a un’attenta osservazione e dopo approfonditi studi, ha capito che ciò che appariva verde spontaneo e invasivo era invece, macchia endemica tornata a farsi largo tra le aiuole abbandonate a loro stesse.
Anche gli insetti, a questo punto, com’è chiaro avevano fatto strada ed erano ritornati a casa.
Sicché la macchina comunale ha deciso che non solo bisognava lasciare il mondo come lo avevano ritrovato, dopo i mesi di pandemico silenzio, ma tutto questo andava implementato, coltivato e bisognava restituirlo agli “aventi diritto”.

Recintate le aiuole si è pensato di mettere in salvo le specie arboree e farle crescere spontaneamente sul territorio cittadino, allo stesso modo si è deciso di porre sui tetti gli “hotel per insetti” (già in uso in diversi luoghi nel mondo), così hanno installato le bat box per i pipistrelli e un grandissimo numero di alveari.
Tutto il verde cittadino ha subito una riconversione: entro il 2030 la città sarà “un mosaico” agroforestale (la promessa è 1 mq di verde in più per ogni abitante).
Di fatto la maggior parte del verde pubblico è stato modificato: il comune si è intestato una “battaglia botanica” e ha pensato che al posto di aiuole “leccate” (costituite da praticello e ciclamini che comunque e sempre un loro pregio lo hanno) sarebbe stato meglio reintrodurre specie botaniche endemiche nel tentativo di mettere in moto un ciclo naturale virtuoso.

Pantelleria potrebbe essere una “palestra a cielo aperto” per questo genere di interventi.

Una specie di “isola nell’isola” nella quale sperimentare, innovare, reintrodurre e riconsegnare spazi che per sciatteria o leggerezza o per “culto del bello”, sono stati sottratti ad un territorio che nella sua asprezza e per la sua asprezza potrebbe difendere questi esperimenti naturali che gioverebbero all’isola e a chi la popola.
Pantelleria è già capace, per sua indole, di difendersi da sé.
Potremmo promuovere questa sua spiccata dote con interventi “ad hoc” che ne possa arricchire il fascino e, contestualmente, la possa rendere ancora più unica nel suo genere.

Le case per insetti si acquistano su internet, non sono oggetti esotici.
Si possono pure costruire.
Certi movimenti di pensiero e azione possono pure partire dal basso: che sia il turista di passaggio o l’abitante dell’isola.

Certi cammini, lunghi e sorprendenti, talvolta cominciano con tre piccoli passi compiuti sovrappensiero.

Foto di Giovanni Matta

 
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